Cari patrioti italiani…

…Devoti talebani della Costituzione del 1948, sovranisti anti-UE. Voi che tutto sommato date ragione al governo spagnolo nella questione Catalana e disprezzate qualsiasi indipendentismo, appellandovi alla “Legge”, all’unità nazionale, immergetevi nel racconto che segue e riflettete, riflettete bene: ciò che è legale oggi può poggiare su soprusi, tradimenti e illegalità del passato (l’unità d’Italia, ad esempio…); ciò per cui lottate oggi potrebbe nel futuro essere considerato illegale usando le stesse argomentazioni da voi brandite oggi contro i catalani, i veneti, i sardi, i baschi, i bretoni, ecc.
Riflettete.
Molto tempo fa, esattamente nel giugno del 2026, l’Unione Europea per superare la crisi economica e sociale post 2008 e mettere in sicurezza il crescente malcontento di vasti strati della popolazione del continente, dopo un turbolento processo politico non privo di strappi e forzature anti-democratiche, divenne ufficialmente e in piena legalità una confederazione, cioè una nazione a tutti gli effetti. Per l’Italia, alla cerimonia di firma della nuova costituzione europea tenutasi a Berlino, fu presente l’ultimo premier eletto della Repubblica Italiana indipendente e formalmente sovrana ovvero il Presidente del Consiglio Luigi Di Maio. Ospite d’onore l’Imam della Moschea Grande di Parigi.
Nel 2030 la nazionale di calcio degli USE (United States of Europe) partecipò ai mondiali ospitati dal Giappone. Nello stesso anno la lingua ufficiale della neonata nazione divenne il tedesco, obbligatoria in qualsiasi atto o comunicazione con valore legale. Le lingue nazionali continuarono ad essere utilizzate liberamente nel quotidiano.
Con il passare dei decenni e il ricambio generazionale, gli Stati Uniti d’Europa si radicarono positivamente nell’immaginario collettivo delle genti europee complice la modifica dei programmi scolastici federali, l’attenta manipolazione dei testi di storia contemporanea e la mistificatoria comunicazione istituzionale veicolata attraverso i sempre più pervasivi social network.
Attorno al 2070 tuttavia, in molte regioni della confederazione (Italia e Francia in modo particolare) a causa della situazione economica mai realmente migliorata a dispetto della propaganda governativa e dei deficit democratici congeniti si registrò l’emergere di sentimenti indipendentisti che reclamavano il ritorno agli stati nazionali pre-unificazione, esaltando identità, lingue, usi e costumi ancora vivi nonostante il trascorrere del tempo e l’omologazione culturale. Definite “patetiche e pericolose nostalgie superate dalla Storia” dal governo centrale di Berlino, queste rivendicazioni crebbero in consenso tra le popolazioni creando soggetti politici organizzati che a più riprese presentarono richieste di maggiore autonomia propedeutiche ad una indipendenza da raggiungersi per gradi e in modo pacifico e concordato.
Il 15 maggio 2079 in Italia, a fronte della totale assenza di dialogo istituzionale, si svolse un referendum auto-gestito per manifestare con il consenso popolare il desiderio di indipendenza ormai maggioritario nella regione. Il governo centrale, con l’appoggio della maggioranza dell’opinione pubblica continentale, definendo anti-costituzionale la consultazione e ribadendo la sacralità dell’unità della nazione europea, dopo aver inutilmente ammonito il governo locale sull’illegittimità dell’iniziativa, inviò l’esercito federale a reprimere la manifestazione causando migliaia di feriti in tutte le città e vittime a Milano, Bari e Trieste.
Dopo alcune settimane di altissima tensione, il governo locale italiano rassegnò le dimissioni. Fu sostituito da un governo tecnico che si prodigò a normalizzare la situazione a norma di legge, in ossequio alla carta costituzionale europea del 2026.
Unisciti alla discussione