Accapigliarsi sulle sfumature, sui dettagli, sui numeri, sulle dichiarazioni di questo o quell’esperto, su Israele, l’Inghilterra, l’efficacia dei vaccini, la democrazia, la Costituzione, i diritti, i morti di Bergamo, vacciniamo i bambini sì/no, ecc… ecco, impegnarsi con le migliori intenzioni a “convincere” qualcuno non porta da nessuna parte.
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umanità
Chi possiede i dati controlla il mondo. Tutti lo sanno. Però tutti se ne dimenticano. Chi controlla la fonte primaria di dati e/o informazioni può decidere tutto e determinare o influenzare la nostra percezione, le nostre convinzioni, le nostre azioni. “Che banalità! È ovvio!”, dirà qualcuno. Talmente banale e ovvio che…
La propaganda è per gli sfigati. Per quelli “furbi” c’è lo Storytelling.
Sei anti-complottista perché credi nella scienza, nella razionalità, nel buon senso?
Non dire cazzate.
Dentro di te sai che non è così.
Che differenza c’è tra postare sui social ripetutamente ed esclusivamente toccanti storie di immigrati condite da sdegno verso i non-accoglienti e il condividere notizie più o meno trucide di performance criminali ad opera di richiedenti asilo accompagnate da commenti livorosi?
Nessuna.
“Da qui è incredibilmente bello” sarà il titolo del mio romanzo d’esordio.
Proprio così: ho scritto un romanzo, anche se non sono uno scrittore.
Siamo tutti soggetti al pregiudizio, chi più chi meno, in ambiti diversi e con intensità diverse.
La chiave sta nel come si gestisce questo “difetto” e la consapevolezza che se ne ha.
Togliamo sovrastrutture e tentiamo un’analisi “non di pancia”. Usando il buon senso.
Non solo non esiste alcun errore, deviazione, svista, casualità ma in “questa” realtà gli effetti coincidono 1:1 con gli obiettivi e gli obiettivi coincidono 1:1 con gli effetti. Dirò di più: non coincidono, sono la stessa cosa. La conseguenza B non è figlia dell’obiettivo A e quest’ultimo non ha come fine l’effetto B.