Vai al contenuto

I volenterosi carnefici della porta accanto.

Scritto da:

Elia Mercanzin

Cosa trasforma tutori dell’ordine, medici, funzionari pubblici in carnefici?

Cosa consente a quelle persone di tornare a casa dalle proprie famiglie, fidanzate, figli, dormire e poi, il mattino seguente, tornare a fare serenamente il proprio lavoro?

Non sto indagando nulla di particolarmente originale, lo so.

La storia è piena

di volenterosi carnefici.

Criminale cinismo, disumanità, violenza gratuita, sadismo.
Istituzionalizzati.

Il pensiero dell’uomo della strada cataloga questi fenomeni come tipici di società non evolute, frutto di circostanze socio-economiche particolari o, quando la cronaca glieli presenta davanti agli occhi, frutto di individui sociopatici, cani sciolti, “mele marce” in divisa che incappano in individui, altri cani sciolti, “mele marce” che “se la sono andata a cercare”.
Così l’uomo della strada sta tranquillo sul fatto che certe cose non potranno accadergli, basta rigar dritto.

In realtà sono fenomeni permanenti, a bassa intensità, che fanno vittime con regolarità, nel silenzio, nell’omertà, nell’indifferenza, nel sottobosco anche della nostra società cosiddetta “civile”.
Semplicemente la maggioranza di questi casi non fa notizia, perchè generalmente chi, fortunato, non ci rimette la pelle non viene ascoltato da nessuno… o preferisce tacere, per paura (in quanto tossicodipendente, alcolizzato, immigrato, senza voce e credibilità per definizione).
Ogni tanto purtroppo qualcuno in divisa si fa prendere la mano e qualcuno ci rimette la vita, ammazzato di botte e/o abbandonato senza cure…e allora la realtà emerge (se esiste chi ha la forza di indagare e denunciare).

Ogni tanto le circostanze danno l’occasione alle forze dell’ordine di diversificare l’oggetto delle proprie attenzioni su palcoscenici prestigiosi, contro vittime “istituzionali”, simboliche di tutto ciò che secondo loro rappresenta il “nemico”.

Il partito della polizia

Questi fatti atroci, disgustosi non sono casuali.
Al di la delle simpatie fascistoidi che notoriamente caratterizzano le forze dell’ordine, esiste un quadro di riferimento ispiratore, un mandante ideologico latente, un ordine di servizio non scritto che fa da comburente prima e giustifica ex-post, tra i corridoi delle questure o delle caserme, questo genere di condotta.
Questo “brodo di coltura” è il disprezzo verso il diverso, il non allineato, il “casinista”, il ribelle, il balordo, verso chi minaccia il naturale ordine delle cose e per questo merita disprezzo, se non peggio.
Proprio per questa innegabile realtà fatico a fare distinzioni tra agenti buoni e agenti cattivi; fatico a vedere minoranze emarginate di sociopatici “casualmente” in divisa, faccio tremendamente fatica.
Chi condivide questo “frame” culturale, chi lo respira tutti i giorni e anche chi lo “tollera” con cameratesca solidarietà ai miei occhi non è giustificabile, è altrettanto colpevole in quanto ideologicamente complice di qualsiasi cosa avvenga come conseguenza, nonostante, all’atto pratico, non si renda protagonista o si trovi ad essere testimone diretto, di violenze o abusi di potere.
A maggior ragione sono colpevoli i superiori, i graduati, i funzionari civili e militari, i ministri, i prefetti, i questori, i comandanti, i ministri dell’interno che avvallano questo stato di cose o, in molti casi, ne sono ispiratori diretti.
Sono loro i mandanti ideologici silenti, gli sponsor, i garanti dell’impunità, dell’omertà, del criminale cameratismo perchè, a voler ragionare su un livello superiore, è vitale per un’organizzazione fondamentalmente reazionaria come lo stato moderno occidentale, poter contare su “centurioni” incattiviti, frustrati, mentalmente condizionati, pronti per essere lanciati, schiumanti rabbia o con lucida convinzione, contro il “nemico” (chiunque esso sia) identificato tale dalle istituzioni loro sodali.

Eurogendfor

Inquietante in questo senso è l’istituzione di Eurogendfor, un corpo di gendarmeria europea a carattere sovranazionale, sancita dal Trattato di Velsen stipulato nel 2007 fra Italia, Francia, Spagna, Romania, Portogallo e Paesi Bassi.
A cosa serve creare una forza versatile di dispiegamento sul territorio utile alle missioni internazionali di vari enti sovranazionali?
Cosa significa che Eurogendfor potrà operare in affiancamento alle locali polizie dello Stato ospitante che eventualmente avesse fatto richiesta di suo intervento in contesti di caos dovuto a cataclismi ambientali o disordine pubblico, comunque non facilmente gestibili dalle sole forze dello Stato ospitante medesimo?
Significa aver a disposizione “centurioni” da inviare in paesi stranieri a sedare rivolte di piazza senza che essi, i centurioni dico, abbiano alcun tipo di affinità culturale, etnica o linguistica con le persone che devono picchiare, così, per limitare i rischi di moti di coscienza.
Perchè mai ci dovrebbero essere rivolte di piazza in Europa?
Secondo voi perchè?
Io se fossi in LORO avrei pensato proprio a qualcosa di simile all’Eurogendfor.. del resto, quando si pianifica è bene prevedere tutte le variabili e predisporre le adeguate contromisure.

I volenterosi carnefici della porta accanto.

In conclusione, come ulteriore supporto testimoniale a questo post, consiglio la visione del film Garage Olimpo di Marco Bechis.
Tratta fatti che mi son molto vicini.

Federico Aldrovandi, Stefano Cucchi, Giuseppe Uva, Genova.

Articolo precedente

1.000€ l'anno.

Articolo successivo

In realtà non cambia mai nulla

Unisciti alla discussione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *